“In una condizione di ascolto e consapevolezza, perchè scegliere un alimento dolce deve farmi sentire in colpa?”
Da questa domanda è partita la mia avventura.
Il cibo è sempre stato un fedele compagno di viaggio che mi ha tenuto la mano e mi ha supportato in ogni momento, ma se dovessi scegliere il cibo con cui segnare ogni tappa della mia vita, sceglierei i dolci. Il mio primo ricordo è legato a mia madre che che mi avvolge in una coperta e abbracciandomi, mi porge un biscotto.
Crescendo, il mio rapporto con il dolce si è ridimensionato: da custode di teneri ricordi, ho iniziato a percepirlo come portatore inesauribile di “calorie cattive” e di sensi di colpa grazie alle mode alimentari del momento. Ogni tanto mi chiedevo:” Ciò che è vero per gli altri, è vero anche per me?”, ma non trovavo mai il tempo per ascoltarmi: seguire le regole mi dava stabilità, anche se erano le regole di qualcun’altro. Il mio rapporto con il cibo è cambiato drasticamente quando il mio corpo ha iniziato a inviare segnali di disagio. “Sei intollerante al lattosio, intollerante al glutine e meglio se limiti lo zucchero”. disse la naturopata.
Ho iniziato a chiedermi cosa significa “nutrirsi” e ho incominciato ad esplorare studi, pubblicazioni e tradizioni popolari a volte solo leggendo.Dieta mediterranea, macrobiotica, metodo kousmine, dieta paleo, cheto, vegana, del gruppo sanguigno, low carb: alcune di queste mi hanno appassionato talmente tanto da stravolgere le mie abitudini alimentari per testare se facevano per me. Ognuno di questi stili alimentari mi ha arricchita e mi ha insegnato come trattare gli ingredienti e come valorizzarne le caratteristiche, accompagnandomi alla scoperta di modi diversi di vivere il nutrimento.
Nel frattempo, ho portato avanti il mio amore per il dolce, e mi sono chiesta: ”In una condizione di ascolto e consapevolezza, perchè scegliere un alimento dolce deve farmi sentire in colpa?”
Sono partita dalla ricerca, studiando gli ingredienti e le loro combinazioni con l’obiettivo di creare ricette dolci, che incontrano le esigenze alimentare di chi predilige una dieta senza lattosio, attenta agli zuccheri e attenta al glutine, senza rinunciare al gusto e alla gioia di mangiare un dolce.
Ho iniziato dai biscotti e qui mi sono fermata. L’apparente semplicità di questo alimento mi ha rapita: poliedrico nelle forme, nelle consistenze e nei gusti, è possibile creare un dolce nel rispetto di ogni esploratore e del percorso alimentare che sta intraprendendo.
Ho iniziato formulando qualche ricetta e a condividerla con gli amici e conoscenti. E dopo qualche tempo, si è fatta strada la volontà di realizzarli e poter condividere la ricerca dell’equilibrio nel dolce con altre persone che, come me, hanno la volontà di ascoltare il proprio corpo e si nutre con la consapevolezza che la qualità batte la quantità, che l’equilibrio vince sulla privazione e che un piccolo gesto di amore verso se stessi può diffondere armonia e benessere.
Per questi motivi, da dieci anni, ogni giorno, realizzo biscotti con l’intento che possano diventare un gesto di amore quotidiano per tutti coloro che li scelgono.